giovedì 8 marzo 2012

QUEBRADA made real!


Vi basterà seguire QUESTO link.
A partire dalla prima foto, che vedete riprodotta qui sopra, capirete subito di essere stati catapultati in un mondo diverso. E pericoloso.
Il lavoro di Tomasz Gudzowaty, fotografo polacco che si dedica alla "fotografia umanistica", l'ho scoperto da poco, grazie a una segnalazione dell'amico Emiliano Longobardi, che probabilmente non ringrazierò mai abbastanza --il mio primo viaggio nella sua Sardegna non sarebbe stato la stessa cosa senza le storie di balentia che mi regalò.
Ho guardato a lungo le foto di Gudzowaty, e da diverso tempo avevo deciso di scrivere un pezzo per Breakfast, ma impegni vari e consegne mi hanno costretto a rimandare per un po'. Poco male, perché riguardare questi scatti di un bianco e nero quasi pericoloso è stato un vero piacere. Così come scoprire il resto del lavoro di questo fotografo che da tempo si è dedicato a ritrarre sport esotici, estremi, talvolta al limite delle capacità umane. Oltre al suo sito, linkato qui sopra, potete vedere altri suoi lavori in QUESTA pagina che Lomography gli ha dedicato.
Inutile dire che il suo lavoro, in particolar modo il suo reportage sulla Lucha Libre a Cimalhuacán, un difficile quartiere di Mexico City, ha risvegliato in me una voglia folle di tornare a QUEBRADA.
Perché se guardo i due lottatori qui sopra, non posso fare a meno di pensare a una scena (già scritta, peraltro) che ha per protagonisti Epidemia e Gran Dragon, due feroci luchadores apparsi per ora solo negli "extra" di La Città delle Maschere, (Edizioni BD). Sono già passati poco più di quattro anni da quando il volume uscì, raccogliendo consensi e inviti a continuare la serie (QUI e QUI ne trovate un paio). Forse è il caso di vedere nel lavoro di Gudzowaty un invito a risalire sul ring...

1 commento:

Stefano Brandetti ha detto...

sarebbe un sogno, se i denti ritornassero a volare e il ring tornasse a macchiarsi di sangue, Mr. casali.